domenica 20 dicembre 2009

Le radici del complesso e fruttuoso rapporto tra arte e strumenti tecnologici

L'arte moderna, è stato accennato più volte nel anche mio blog, si è ridefinita attraverso le Avanguardie storiche (Espressionismo, Cubismo, Astrattismo, ecc..) iniziando ad interrogare la realtà creata dai nuovi strumenti tecnologici e comunicativi e rivedendo i ruoli in uno scenario in perenne mutazione.
Gli shock ora dimenticati delle nuove tecnologie del Novecento: fotografia, cinema, elettricità, automobile, treno, aeroplano, le complessità visive e motrici delle grandi città sono contenute in segni molteplici nei quadri e nei collage dei linguaggi visivi utilizzati o reinventati dalle Avanguardie. Linguaggi visivi di colpo in competizione con nuove e devastanti modalità di visualizzazione del reale.
Sono i Futuristi fra i primi a sentire la necessità di indagare la "percezione del moderno" attraverso una immedesimazione con la macchina produttiva e comunicativa portata fino alla simbiosi robotica.
In questo universo primariamente fatto dalle macchine è l'esempio perfetto della tecnica a fornire modelli operativi. Modelli a cui si rifà Giacomo Balla in una delle prime e folgoranti operazioni di "estetica meccanica" quale l'azione scenica " fuochi d'artificio".
In occasione della seconda tournée dei Balletti russi a Roma al teatro Costanzi il 9, 12, 15 e 27 Aprile 1917, per promuovere gli spettacoli, Sergej Djaghilev organizza una serie di eventi russi significativi per la vita culturale della diaspora russa: la prima del leggendario balletto di luci Fuochi d'artificio, con la direzione di Igor' Strvinskij e le scenografie di Giacomo Balla, l'esposizione dei quadri di Leonid Mjasin e la rappresentazione dell'Uccello di fuoco con le coreografie di Michail Fochin, le scenografie di Bakst, nella straordinaria interpretazione di L. Lopokova (L'uccello di fuoco) e di Mjasin (Il principe Ivan).
La "azione scenica di suono e luci in movimento", in Fuochi d'artificio pone le direttive per una dislocazione dell'operazione estetica dalle forme dell'arte plastica, bidimensionali o tridimensionali, ad una forma ibrida e nuova, meccanicamente azionata e basata sulla tecnologia elettrica. Come afferma Balla, per la realizzazione della sua scenografia in Fuochi d'artificio: "troveremo degli equivalenti astratti di tutte le forme e di tutti gli elementi dell'universo, poi li combineremo insieme...per formare dei complessi plastici che metteremo in moto...".
Ancora nel celebre Manifesto della "Ricostruzione futurista dell'Universo", Balla e Depero fissano idee circolanti da tempo nell'area delle Avanguardie: una funzione "prostetica" della macchina e della tecnologia che presuppone conversioni del campo percettivo verso una realtà filtrata dai mezzi meccanici. L'oggetto estetico diventa così un dispositivo avvolgente, una " macchina della fantasia e della percezione", che predispone spazio, ambiente e meccanismi per un coinvolgimento fisicamente globale dell'esperienza estetica.
Entusiasmo modellizzante verso la tecnologia, senso della mutazione, trasparenza e meccanica del corpo "macchina fra le macchine". Il Futurismo pone da subito la problematica del Cyborg, dell'innesto, della struttura corpo/macchina, il dubbio della fusione, la necessità dell'integrazione.
L'aeroplano, in tal senso, fornisce lo "sguardo da fuori" che definisce l'estraneità dalla condizione/terra, dai limiti di spazio e tempo su cui si è basata l'idea precedente di arte. Velocità, dislocazione, mutazione sono i concetti/slogan più volte ripetuti nelle accese invocazioni al moderno di una parte significativa del Futurismo. La tecnologia, la "macchina" viene investita dall'enorme aspettativa del moderno che cerca un segnale di cambiamento concreto, rivoluzionario, euforicamente e costantemente attivo.
Nello specifico l'aeropittura è una declinazione pittorica del futurismo che si afferma negli anni successivi alla prima guerra mondiale. Come espressione del mito della macchina e della modernità caratteristico del movimento marinettiano, l'aeropittura manifesta l'entusiasmo per il volo, il dinamismo e la velocità dell'aereoplano.
Le caratteristiche dell'aeropittura e i temi guida si vanno precisando nel corso degli anni venti per trovare infine una codificazione nel manifesto l'Aeropittura futurista, redatto nel 1929 da Marinetti, Balla, Prampolini, Dottori, Leandra Angelucci Cominazzini e Somenzi.
Marinetti aveva tratto ispirazione per il manifesto dell'aeropittura dopo un lungo volo in idrovolante sul Golfo della Spezia.
Ma già dalla Biennale di Venezia del 1924, con Gerardo Dottori, e poi a quella del 1926, l'aeropittura aveva trovato tuttavia, nella pratica, una propria continuità formale in una resa che accentuava la scansione delle immagini per piani di colore sottolineando ora il carattere meccanico e dinamico dell'aviazione, ora forme di lirismo fantastico, naturalistico e spiritualistico ispirato al volo. Nel 1931 alla galleria Pesaro di Milano si tiene un'importante mostra di aeropittura focalizzata sui temi dell'idealismo cosmico.
Uno dei manifesti più significativi del Futurismo fu firmato da Enrico Prampolini, nel quale l'aeropittura viene descritta come uno strumento essenziale per soddisfare il desiderio latente di vivere le forze occulte dell'idealismo cosmico.
Bibliografia essenziale:

Angelo D'Orsi, Il Futurismo tra cultura e politica. Reazione o rivoluzione?, Roma, Editore Salerno, 2009;
I poeti futuristi, a c. di M. Albertazzi, con i saggi di G. Wallace e M. Pieri, Trento, La finestra editrice, 2004. L'opera contiene in appendice i manifesti futuristi;
Giovanni Antonucci, Storia del teatro futurista, Roma, Edizioni Studium, 2005;
Lia Lapini, Il teatro futurista italiano, Milano, Mursia, 1977;
Il dizionario del Futurismo, a c. di E. Godoli, 2 tomi, Firenze, Vallecchi-MART, 2001;
Cammarota, Domenico, Filippo Tommaso Marinetti, Bibliografia, Milano, Skira («Documento del MART» 5), 2002;
Id. Futurismo, Bibliografia di 500 scrittori italiani, Milano, Skira («Documenti del MART» 10), 2006;
Futurismo & Futurismi, a c. di P. Hulten, Milano, Bompiani, 1986;
Futurismo 1909-1944, a c. di E. Crispolti, Milano, Mazzotta, 2001;
Futurismo, Velocità e dinamismo espressivo, a c. di G. Lista, Santarcangelo di Romagna, KeyBook/Rusconi libri srl, 2002;
Il Futurismo e la moda, Balla e gli altri, a c. di E. Crispolti, Venezia, Marsilio Editori, 1986;
Futurismo & Sport Design, a c. di M. Mancin, Montebelluna-Cornuda, Antiga Edizioni, 2006;
Giacomo Properzi, Breve storia del Futurismo, Milano, Mursia, 1998;
AA.VV, Divenire 3 Futurismo, a c. di R. Campa e Associazione Italiana Transumanisti, Bergamo, Sestante Edizioni, 2009;
Leonardo Tondelli, Futurista senza futuro. Marinetti ultimo mitografo, Le Lettere, Firenze, 2009;



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