domenica 13 dicembre 2009

Posthuman e arte contemporanea

Uno dei ruoli primari dell'arte, come ho tentato più volte di ribadire anche nel mio blog, è di contribuire a rappresentare e a definire l'identità naturale, sociale e culturale, del proprio tempo. Oggi, tale identità è costantemente e sempre più rapidamente modificata dalla ricerca tecnoscientifica. Gli aspetti epistemologici ed etici del rapporto tra ricerca tecnoscientifica e società sono dunque diventati oggetto di crescente attenzione da parte degli artisti contemporanei.
In effetti, le sempre più sofisticate tecnologie di controllo e manipolazione del vivente da un lato (biotecnologia, ingegneria genetica etc.), e di elaborazione e trasmissione di informazione digitale dall'altro (realtà virtuale, intelligenza artificiale, etc.), impongono la rielaborazione di alcune dicotomie fondanti del pensiero moderno, scientifico e non; in particolare, quella tra materia organica ed inorganica, tra vivente e non vivente, tra ente biologico e meccanico, ed infine tra generi, maschio/femmina, e tra specie, specificamente, tra la specie umana e le altre specie animali. Tale rielaborazione coinvolge in egual misura e con uguale urgenza discipline filosofiche tradizionalmente distinte quali la filosofia della cienza, l'etica e la filosofia del diritto.
In questo complesso panorama multidisciplinare e transdisciplinare, l'arte contemporanea si fa tramite tra il complesso apparato della ricerca tecnoscientifica e la società. Abbandonando la mera funzione di rappresentazione ed appropriandosi non solo dei concetti, ma spesso anche dei mezzi e delle strutture proprie della tecnoscienza, nuove forme di ricerca artistica quali, fra le altre, la posthuman art, la body art, l' information art, la transgenic art, l' art of the semi-living, esplicitano in forma sensoriale diretta, tramite installazioni e performances, la tensione dicotomica tra concetti in origine mutuamente esclusivi, evidenziando l'esistenza di una pluralità di controverse commistioni semantiche, epistemiche ed ontologiche.
Nel 1991 il critico e curatore Jeffrey Deitch presenta a New York una collettiva dal titolo Posthuman, coniando un termine, il postumano, destinato a diventare una corrente artistica ben definita ed un movimento di pensiero importante nella cultura anglosassone.
Concetto cardine del pensiero postumano è quello di superamento di limite biologico. Per la prima volta nella storia, la specie umana ha la possibilià di intervenire direttamente nel proprio processo evolutivo, sia a livello ontogenetico, con una conoscenza sempre più approfondita del DNA, sia a livello filogenetico, con la creazione di intelligenza sintetica, di computer organici, di protesi biologiche ed informatiche.
Come afferma Deitch: "(...) Per l'artista post-human, l'opera si identifica in una procedura ricostruttiva del corpo, alterato nella sua identità biologica in un processo di biodiversificazione tra arte, scienza e tecnologia, che ha come fine una mutazione genetica, un nuovo corpo, una nuova personalità, una nuova psicologia, talvolta attraverso autoaggressive trasformazioni somatiche, a metà tra performance, body art e chirurgia plastica: il corpo naturale, anacronisticamente superato ed inadatto al mondo tecnologico in cui si colloca, si adegua artificializzandosi in una esasperata ricerca di identifcazione con una realtà nuova."
Si passa così da una concezione del corpo come limite che fissa l'identità fisica e psichica, al corpo come supporto di un'identità mobile.
Esempio chiave di arte postumana è quello dell'artista australiano Stelarc la cui ricerca è basata sull'idea che il corpo biologico è oggi obsoleto poichè esiste la possibilità concreta di ibridizzarlo con la meccanica, l'elettronica ed il biologico creato in laboratorio (soft prosthesis).
Da manifestazione di una mancanza, la protesi si fa segno di eccesso, di superamento dei limiti imposti dalla natura.
Nel 1997, Stelarc si fa impiantare un braccio meccanico sul tessuto del braccio destro. La protesi è attivata dai muscoli addominali e delle gambe, e i suoi movimenti sono dunque determinati da quelli di altre zone del corpo, ibridizzando così biologico e meccanico.
Di più recente realizzazione (2003) è una protesi biologica, una copia in miniatura del suo orecchio destro, ottenuta da colture cellulari, in collaborazione con il gruppo di artisti, anch'essi australiani, The Tissue Culture and The Art Project.


Questi ultimi, si dedicano alla coltura cellulare come tecnica per esplorare il confine tra vivente e non vivente. Le loro opere consistono in frammenti di tessuto cellulare, coltivati in vitro e mantenuti "in vita" da un apparato di laboratorio opportunamente trasferito dal contesto della ricerca scientifica a quello delle gallerie di arte contemporanea. La materia vivente è contemporaneamente il mezzo - si parla di scultura semi-vivente- ed il fine dell'opera artistica.
La loro attività di ricerca è svolta nella School of Anatomy and Human Biology della University of Western Australia in un laboratorio di ricerca, SymbioticA, interamente dedicato all'esplorazione artistica della conoscenza scientifica in generale, e delle tecnologie biologiche in particolare (The Art and Science Collaborative Research Laboratory http://www.symbiotica.uwa.edu.au/). La finalità di tale centro di ricerca sperimentale è di esaminare criticamente gli assunti del metodo scientifico tradizionale e i loro limiti attuali. Si assiste ad una sempre crescente necessità di estendere la partecipazione al processo tecnoscientifico ai non-scienziati, si legge nel mission statement di SymbioticA, e gli artisti per primi hanno la possibilità, se non il dovere, di partecipare attivamente alla definizione dei possibili scenari futuri determinati dalla implementazione delle nuove concoscenze tecnoscientifiche.
Altro esempio di 'arte estrema', come viene definita dal filosofo Paul Virilio nel saggio Art and Fear, è quello della transgenic art, l'arte trangenica del brasiliano-americano Eduardo Kac.
Sua opera chiave è la realizzazione, o meglio la creazione di Alba, un coniglio transgenico, luminescente se illuminato con una particolare frequenza elettromagnetica.

L'opera Alba è non solo una scultura vivente, creata in laboratorio, ma anche e soprattutto, l'insieme di pubblici dibattiti suscitati dalla sua esistenza e la sua integrazione nella famiglia dell'artista come creatura altra alla quale rapportarsi con cura e dedizione.
La finalità di questo tipo di sperimentazioni trans-disciplinari è dunque di suscitare il pubblico dibattito simulando le ricadute della tecnoscienza sulla società in una forma estremizzata. Se da un lato, la partecipazione allargata al processo tecnoscientifico è oggi non solo auspicabile, ma necessaria, d'altro lato le implicazioni epistemologiche, etiche e giuridiche di una tale estremizzazione, seppur localizzata, sono molteplici e controverse. Come sostiene il critico Deicth
"(...) Al di là delle sue innegabili e plateali forzature, delle sue istrioniche provocazioni,
Post-Human è anche il tentativo di un avvio di dialogo tra arte e scienza, seppure in termini apocalittici ed in alcuni casi dichiaratamente truci ed inquietanti, per una mutazione (mostruosa?) della specie, ma anche delle emozioni e delle fantasie dell'uomo, senza limiti né
confini, espressione più vera della libertà dell'anima, che il moderno mondo artificiale potrebbe anche assecondare e potenziare".
Per saperne di più..
Associazioni transdisciplinari

Postumano

Collettive itineranti:

Nessun commento:

Posta un commento